Moshi moshi

di Banana Yoshimoto.



Ogni anno Banana Yoshimoto sforna nuovi libri, o meglio, se leggete la data della prima pubblicazione del libro, la Feltrinelli, ogni anno stampa i libri di Banana Yoshimoto, e di questo sono molto grata, visto che è una delle mie autrici preferite.

Purtroppo però, questo libro ha un po' mancato le aspettative dei lettori abituali della Yoshimoto, abituati da "Kitchen", all'atmosfera familiare, struggente e intensa dei drammi nei suoi libri.


All'inizio ho fatto un po' fatica ad appassionarmi ai luoghi, ai fatti e ai personaggi, ma alla fine, proprio alla fine il quartiere di Shimokitazawa entra a far parte della tua passeggiata serale.


Shimokitazawa, è il quartiere protagonista di questo libro, non Yoshie e sua madre (infatti il nome della ragazza compare dopo un po' di pagine).



Shimokitazawa
Shimokitazawa è un quartiere di Tokyo considerato il quartiere dei giovani hippies. L'atmosfera è simile ad Harajuku, con viette pedonali, negozi e molti ristorantini.

Il ristorante "Les Liens" dove ha lavorato la protagonista, è realmente esistito, e qui troverete una piccola descrizione.


Il quartiere è descritto nei suoi angoli più caratteristici grazie alle protagoniste, madre e figlia,  che girano per tutti i locali e li descrivono attraverso i piatti e le bevande.


In generale tutto il libro ha un'atmosfera tranquilla, lenta e molto improntata sui sentimenti e le sensazioni provate dai protagonisti. All'inizio si fa un po' fatica ad abituarsi a tutto questo, ma poi, proprio come Yoshie, ci si sente parte del quartiere e dei suoi ingranaggi.


Les Liens Brasserie
Il locale dove lavora Yoshie

Molto bello il modo in cui descrive il ciliegio del quartiere e di come la protagonista si sente legata ad esso.



Trama:

Dopo aver perso il padre in quello che ha tutta l’aria di essere stato un doppio suicidio d’amore, Yoshie si trasferisce dalla sua casa di Meguro a un minuscolo e vecchio appartamento a Shimokitazawa, un quartiere di Tokyo famoso per le sue stradine chiuse al traffico, i ristoranti, i negozietti, nonché meta degli alternativi della capitale. Qui Yoshie spera, aiutata dall’atmosfera vivace, di superare il dolore e dare una nuova direzione alla sua vita. Un giorno, però, sua madre le si presenta a casa all’improvviso con una borsa Birkin di Hermès e qualche sacchetto. Inizia così una bizzarra convivenza che unisce le due donne lungo il percorso di elaborazione del lutto che le ha colpite, le pone di fronte a verità inaspettate, le aiuta a scorgere fiochi lumi di speranza nel buio di una quotidianità ferita.Moshi moshi – “pronto” al telefono – è il racconto di una rinascita, la favola delicata e struggente della vita di un quartiere, la storia di una madre, di una figlia, di un grande dolore e di qualche piccola felicità inattesa.

dal sito Feltrinelli.



もしもし下北沢
la cover del libro giapponese



Anche se non è tra i migliori libri della Yoshimoto, è comunque nel suo stile leggero e toccante e piano piano fa parte di te anche questo libro.




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